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Stardoll: che bambole!



Devo ammettere che quando Stardoll si è presentato al pubblico, l’ho un po’ snobbato, pensando che fosse un servizio troppo faceto e poco utile.

In meno di un anno Stardoll ha raggiunto un successo strepitoso: quasi 7 milioni di utenti e ogni giorno mezzo milione di adolescenti dai 7 i 17 anni accedono alla comunità.

In Stardoll ragazzini e soprattutto ragazzine costruiscono, animano e fanno agire un loro avatar, un sosia sotto forma di bambola. Adulti, genitori ed insegnanti, vigilano (o dovrebbero) su tali attività.

E’ un colorato e divertente mondo immaginario, alternativo e virtuale, dove si può fare shopping, vestirsi alla moda, concorrere con le altre ragazze per diventare cover girl, inserire le sosia in scenari diversi, interagire con ospiti, amici ed amiche.

Un po’ The Sims, un po’ Barbie, bambini ed adolescenti possono dare libero sfogo alla loro fantasia, costruendosi un alter ego virtuale.

Ricchissimo il campionario delle celebrità rappresentate in Stardoll, anch’esse virtuali, con le quali possono essere fatte gran parte delle stesse cose che si fanno con il proprio avatar, in una totale forma d’identificazione ludica e coinvolgente.

I personaggi creati, alter ego personali e famosi, possono essere salvati in un album, stampati, condivisi con un’amica.

Se pensiamo al successo fenomenale di Second Life, al gusto che anche gli adulti hanno di vivere un’altra identità, realizzando attività diverse da quelle del mondo fisico e che spesso nella realtà rimangono solo un frustrante sogno irrealizzabile, si può facilmente capire l’approccio adolescenziale a Stardoll.

Del resto anche Second Life ha una sua area under 18 e promuove proficuamente il suo aspetto educativo, legato all’apprendimento a distanza, al lavoro di gruppo via internet, alla simulazione di attività autentiche, allo studio dei nuovi media e alla formazione aziendale.

Con un clic si ha la possibilità di intrecciare la vita di tutti i giorni con una vita parallela, in una parola di si può “giocare” e vivere un’esperienza a cui nessun bambino o adolescente intende rinunciare (e anche molti adulti… fortunatamente!).

Proprio vero: non esistono più le bambole di una volta…


Convegni sui linguaggi della scuola 2.0



Ricevo da Alberto Pian (e vontieri diffondo) la segnalazione del convegno nazionale di studio per insegnanti sui linguaggi del Web 2.0 (scritture, audio, video, podcasting… ) per la scuola e il mobile learning, dal titolo Il Format Della Lezione.

L’incontro si svolgerà il 18 maggio a Torino e tratterà, con l’ausilio di esperti del settore, delle riflessioni e delle esperienze sul modo di organizzare la lezione, la partecipazione degli allievi, il format per esigenze didattiche diverse con i linguaggi del Web 2.0.

Un’occasione da non perdere per i docenti interessati a costruirsi un orizzonte nuovo per fare scuola attraverso i mezzi del cosiddetto web 2.0.

Colgo l’occasione per segnalare anche l’appuntamento di Gubbio (PG) del 21 e 22 aprile, il Seminario Nazionale di Informazione-Formazione dal titolo Tecnologie Connettive e Didattica Multimediale(locandina in pdf), che vede tra gli altri la partecipazione di Antonio Sofi.

Iniziative meritevoli e al passo con i tempi, spesso giurassici del mondo della scuola. A quando un più informale Barcamp sulla scuola 2.0?


TeacherTube: lo YouTube per insegnanti




Ho appena finito di scrivere sul lancio del canale italiano Dschola Tv che arriva TeacherTube, una piattaforma di condivisione video alla YouTube, dedicata completamente alla didattica e al mondo della scuola.

La tendenza di canali video specializzati sta dilagando. Cito i primi che trovo:

Ne vedremo ancora di tutti i colori.

Via | Religione 2.0


Dschola TV: la scuola ai tempi di YouTube




Da insegnante sono proprio stanco di sentire continuamente notizie sul bullismo, spesso stravolte e strumentalizzate dai media.

Si demonizza il mezzo (il cellulare, internet), le colpe ricadono sulla scuola, come se fosse l’unica istituzione a cui demandare l’educazione dei nostri figli. Troppo comodo e poco costruttivo.

Proprio dal mondo della scuola arriva un’iniziativa intelligente e al passo con i tempi, che coglie in pieno lo spirito della condivisione di contenuti in rete e che mira a offrire una serie strumenti ed applicazioni (blog, wiki, video sharing) in pieno spirito web 2.0.

Dschola è un importante progetto italiano che così si presenta al pubblico:

“Dschola, da anni impegnata nella promozione dell’uso delle ICT nella Didattica, propone un’iniziativa per stimolare un uso positivo dei nuovi mezzi di comunicazione e di informazione digitali.

Gli strumenti digitali non sono di per sè cattivi, demonizzarli e vietarli non risolve certamente il problema. Più utile è, forse, provare a proporre ed incentivare usi ositivi degli stessi: questo è esattamente quello che Dschola TV intende fare.

Dschola TV ricerca, recensisce e propone buone pratiche di uso dei media digitali e del video sul web per promuove iniziative specifiche per far emergere l’utile, l’educativo e lo stimolante, in sintesi le oppurtunità che la rete e il digitale offrono ai ragazzi.

Dschola TV si rivolge alle scuole, alle istituzioni ma sopratutto ai giovani: sono loro, infatti, i veri protagonisti ed i migliori analisti della rivoluzione comunicativa che ci sta interessando.

Proprio ai giovani, ai giovanissimi Dschola tv chiede di mettersi in gioco e nel senso letterale dl termine “far vedere” che è possibile fare un uso intelligente delle nuove tecnologie.”

L’iniziativa è da plauso, vedremo col tempo se scuola, studenti e insegnanti, saranno realmente interessati ad avvicinarsi al servizio e a decretarne il successo.


Snipitron: un del.icio.us d’élite




Snipitron mi ha subito intrigato. Si tratta di un servizio web di social bookmarking in cui studiosi, studenti, professori, cattedratici, professionisti di qualsiasi campo o anche normalissimi utenti, conservano i propri segnalibri e li condividono.

In buona sostatanza una versione elitaria di del.icio.us. Da quello che ho potuto constatare dopo un primo contatto, gli utenti di Snipitron aggiungono links da fonti d’informazione di grado culturale piuttosto elevato.

Si può scaricare un plugin per tutti browser più conosciuti che aiuta a catturare i contenuti trovati in rete (links, documenti, foto, screenshot) e ad aggiungerli al proprio account. Questo può essere fatto anche attraverso l’uso di un comodo bookmarklet.

Quando si aggiunge un link ad esso viene associato un thumbnail. Le ricerche effettute possono essere organizzate e personalizzate aggregando contenuti.

Esse possono anche condivise in 3 modi: link diretto, feed RSS, codice da embeddare (brutto neologismo che significa inserire) in una pagina web. Sotto due esempi (una mia pagina personale, la ricerca di un altro utente).

Molto interessante, vedremo se riuscirà a fare strada.


Visto su Mashable


Italki: impara le lingue con un partner online




Se non si conosce le lingue ormai si perdono molte opportunità. Pensiamo alla stessa Rete, per navigare senza ostacoli è indispensabile conoscere almeno un po’ d’inglese.

Approfittando proprio di internet si può sfruttare le reti sociali che ci mettono in contatto con altre persone in giro per il mondo che avvertono la stessa necessità e stabilire un patto per aiutarsi reciprocamente ad apprendere il tanto desiderato idioma.

Italki serve proprio a questo. Si indica la nostra lingua madre e, attraverso uno strumento apposito, si cerca un partner per la lingua che desideriamo praticare. Nulla di più immediato e spontaneo.

C’è tutta una serie di preferenze da stabilire: età del nostro collaboratore, sesso, livello di apprendimento. Si possono trovare anche utenti con il profilo di professori che dovranno essere pagati per il loro servizio.

Ogni utente dispone di un proprio profilo personale dove indicherà tutte le informazioni sul proprio conto e sulla modalità in cui desidera apprendere la lingua.

Da qui può gestire vari sestemi di messageria (Skype, Yahoo e MSN Messenger) ed un sistema personale chiamato Talkbox (solo per Windows) con cui potrà stabilire conversazioni testuali, vocali e tramite video.

Uno sistema completo, non solo come modello di apprendimento ma anche come rete sociale di contatti tra persone.

Personalmente, in base alla mia esperienza di ex studente universitario di Lingue Straniere, consiglio sempre di andare ad impararle sul campo, recandosi direttamnete nel Paese straniero desiderato e magari frequentando un corso di studio (bei tempi!).


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