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Consiglio per blogger indolente



I guru del SEO spesso danno consigli al buon blogger e, in modo informale, l’ho fatto anch’io. Oggi vi do un consiglio particolare ma molto efficace.

Caro amico blogger non importi rigide regole giornaliere del tipo: “Devo scrivere almeno tre post al giorno”, “Prima di pranzo devo aver già pubblicato i post” e via dicendo.

Se un giorno non hai voglia di scrivere, non scrivere affatto e non sentirti male per non averlo fatto.

I tuoi lettori ansiosi di ricevere il tuo nuovo articolo ti capiranno e il tuo conto di AdSense non riceverà contraccolpi.

Se ti senti in ansia e sotto pressione, pensa che se ti sforzi continuamente durerai soltanto pochi mesi.

PS: questo blog non ha pubblicato articoli per un mese durante il periodo estivo (meritato riposo). Nelle sue possibilità, senza far assolutamente nulla, ugualmente ha scalato classifiche, incrementato lettori e introiti pubblicitari.

Meditate gente…


Blogger che muore non va in paradiso



Leggendo questo post in un blog spagnolo, sebbene datato, sono rimasto molto colpito.

Perdonatemi dunque se per una volta non parlerò di web 2.0 o dell’ultima diavoleria della rete.

E’ un po’ di tempo infatti che mi viene da pensare, alla notizia di un decesso, a che cosa può accadere ad un blog nel momento in cui il suo autore, per cause drammatiche, non può più continuare a redigerlo. Esso inevitabilmente cadrebbe in mano altrui.

Vi racconto brevemente la storia di Simon, un blogger americano assassinato nel maggio del 2005.

La polizia ha potuto arrestare l’assassino perché prima di morire lo sventurato ragazzo diciannovenne nomina il suo boia nell’ultimo post: “Il ragazzo di mia sorella è qui, sta fumando e girellando dappertutto, spero che se ne vada al più presto”.

Questo è stato il suo testamento: soltanto il tempo di cliccare il bottone per pubblicare l’articolo prima di essere ucciso.

L’assassino ammazzò anche la sorella e se ne andò tranquillo a vedere la semifinale dell’NBA. Pensava di non aver lasciato tracce del suo crimine efferato, ignaro che Simon lo aveva menzionato nel suo blog alle 5.05 del pomeriggio, mentre si era impossessato di casa sua fumando, mezzora prima di eliminarlo.

Quel post è stato la vendetta postuma al suo crimine.

Simon era un ragazzo come tanti, appassionato d’informatica, che scriveva regolarmente. Il suo penultimo post aveva avuto 10 commenti. L’ultimo, nel momento in cui scrivo, 4261…

I commenti post-mortem lo hanno reso in qualche modo famoso.

Una brutta storia di cronaca, come tante altre purtroppo, che m’induce a una effimera riflessione.

Quando muore un blogger muore anche la possibilità di modificare il suo blog, esso cessa di appartenere ad una persona viva cominciando a diventare patrimonio di un fantasma e di quanti continuano a redigerlo attraverso i commenti.

Mi viene da pensare che, col tempo, la rete sarà piena di blog privi di un padrone che non potrà più aggiornarli. Blog alla deriva, pieni di post sbiaditi e inconcludenti e di parole ormai prive di contenuto.

Forse i lettori non sapranno mai se il blogger è morto, penseranno che si è stancato o che non vuol più scrivere. Molte storie quotidiane rimarranno congelate, la morte si aggirerà in silenzio, osservando lo spider di Google aggirarsi nel codice.

Il tema, sebbene macabro, mi pare di straordinaria attualità. Un giorno il blog di nostro figlio avrà un link al nostro che non potremo più editare: è la maledetta realtà, non ci possiamo fare proprio nulla…

Cito tra tanti Matt Mullenvweg (creatore di WordPress, la piattaforma con cui edito queste pagine) che in un certo senso, soltanto pochi mesi fa, vagheggiava la tematica sostenendo (in modo molto più leggero del mio) che “entro venti anni ci sarà un presidente che oggi ha un blog e la gente tornerà a leggerlo per vedere ciò che aveva detto“.



Blog Day After



Ieri era il Blog Day 2007. Avrei voluto partecipare, ma la mia indolenza me lo ha impedito.

Avevo in mente comunque qualche blog da segnalare: Religione 2.0, Google Mapping Blog, Gidibao, Merlinox, Spippolazione, Lafra, Util/Inutil, Sapientone, Tela 2.0, Voce Scuola. 2.0 per tutti…

Tutti validi, ricchi di spunti e (forse) non famosissimi. Proprio per questo motivo li ho citati e trovo perfettamente inutile segnalare in questa circostanza i blog già affermati.

E’ sempre molto gradevole invece essere segnalati, è una spinta a scrivere con regolarità. Quindi tante grazie a quanti hanno citato questo blog nella loro lista.

Secondo informazioni dirette e secondo Technorati:

  • Gianmix
  • EcletticaMente
  • Sergio Caredda
  • JuliusDesign
  • Piccolo Baccelliere

Grazie di cuore amici!



😀

L’insostenibile leggerezza del bloghere



Venghino signori, venghino! Regalasi link, clikkino, clikkino… anche sul bannerino grazzzieee!

A cosa pensa il blogger contemporaneo? In rigoroso ordine di priorità:

  1. fare soldi con gli annunci;
  2. scalare posizioni nelle varie classifiche dedicate;
  3. controllare il contatore delle visite ogni cinque minuti;
  4. mercanteggiare, inventarsi le più fantasiose e discutibili strategie per fare scambi di link con lo scopo di aumentare il page rank.

Tutto ciò non sarebbe un male se prima non si pensasse a:

  1. scrivere contenuti di qualità con uno stile personale;
  2. scrivere con regolarità senza farsi ossessionare dalla quantità;
  3. scrivere con passione, con autorità, con uno scopo, con materiale di supporto, in modo originale;
  4. presentare il tuo blog al mondo in modo chiaro e deciso;
  5. ottimizzare il blog, anche per i motori di ricerca;
  6. creare una rete di link interni ai tuoi post
  7. entrare a far parte di una comunità di blogger per confrontarsi e comunicare(tipo MyBlogLog);
  8. provare a creare e coltivare un una rete sociale di persone intorno al blog;
  9. mirare alla qualità dei commenti piuttosto che alla quantità.

Sono le prime cose raffazzonate che mi sono venute in mente, lascio agli esperti i consigli migliori, non voglio certo passare per un veterano rompiscatole!

Le ho pensate soprattutto immaginando la miriade di nuovi blogger, i ragazzi e le ragazze che ogni giorno si cimentano in questa affascinante avventura e osservando che molti di loro partono con il piede sbagliato andando subito fuori rotta.

Contributi e suggerimenti sono molto ben accetti.


Google contro Master New Media: la retenovela continua

Il caso Robin Good (Master New Media) penalizzato da Google che si è trovato all’improvviso a gestire un calo di visite dell’ 70%, assume di giorno in giorno nuovi interessanti sviluppi.

Google non indicizza più le sue pagine che sono passate dalla prima di una ricerca alla 10 se non peggio. Per sua stessa ammissione, (pull)un aiuto a riprendersi gli è venuto dai blogger(/pull) che come me seguono il suo caso e contribuiscono a generare visite.

Sembrava che la causa fosse aver venduto gli annunci di Text Link Ads (pratatica deprecabile secondo lo stesso Robin che recita un tardivo mea culpa), ma ora saltano fuori altre interessanti implicazioni: commenti spam lasciati sugli articoli per troppo tempo, o domini multipli che puntano allo stesso IP e che creano contenuto apparentemente duplicato sul sito.

L’accaduto a mio avviso è una buona occasione per SEO, SEN e consulenti di marketing per apprendere qualcosa da questa esperienza, ma anche per il blogger che vuole imparare alcune tecniche per posizionare il suo sito nelle ricerche dei motori.

Aspetto le prossime puntate della “retenovela” su Master New Media.

Ricordo il mio post precedente Scappa da Text Link Ads! Se sei ancora in tempo… e un’interessate articolo di Camisani Calzolari a riguardo e sulla “questione digitale” in generale.

Riferimenti:



Blogger, vai pure in ferie, possiamo fare a meno di te!




In questi giorni di mezzo agosto la blogosfera latita, in giro per la rete ci sono rimasti 4 gatti e anche piuttosto sfigati.

Tutti in ferie! Al mare, in montagna… mete esotiche, culturali… Bene! Bravi!

Mi sento come quelli che dicono: “Come è bello rimanere in città, quando si svuota e tutti sono via. Finalmente un po’ di pace…”

Leggendo notizie dai blog tramite feed (pochine, essendo tutti in vacanza… ) trovo un pullulare di post del tipo: (pull)”Chiuso per ferie”, “Pausa di Ferragosto”, “Questo blog va in vacanza”… Che fantasia ragazzi, complimenti!(/pull)

Cosa siete, baristi? Pizzicagnoli? Rigattieri? In queste cose si nota la personalità del blogger contemporaneo.

C’è chi è spinto dal suo ego smisurato e si sente insostituibile o il bravo scolaretto che, portando via il pallone, informa i compagni con una lacrimuccia e dà le consegne dicendo: “Aspettatemi però… che torno subito!”. 🙁

Ma fin qui tutto si sopporta. Non capisco tuttavia chi dispensa consigli allo sventurato lettore, ormai bianco come un lenzuolo, che tenta (invano) di abbronzarsi alla luce del monitor.

Ci dicono: “Che ci fate lì bischeri, fate come me, andate a divertirvi!”. Oppure: “Vergogna! Quando vado in ferie io, il mondo si deve fermare e tutti, ma proprio tutti devono fare lo stesso!”.

Della serie: “Lo so che non potete fare a meno di me, ma non preoccupatevi, fate i bravi, non piangete troppo per la mia assenza, vi prometto che quando torno sarà di nuovo il paradiso”.

Sinceramente non so chi biasimare di più, il blogger indispesabile, o quello psicopatico che anche in vacanza, munito di tecnologie potentissime e costosissime, non può fare a meno di inviare post raffazzonati all’amato blog.

Forse questo post, il cui solo intento è far sorridere (dubito di esserci riuscito), mi si ritorcerà contro. Sicuramente qualche suscettibile sputerà veleno. Ma questo è quanto.

Vi do un consiglio. Se proprio volete, fate capire le stesse cose ma con un po’ più di fantasia… Grazie.
😉


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