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Website Value Calculator: calcola il valore economico di un sito



Website Value Calculator è l’ultima proposta in questo genere di applicazioni.

L’apparenza non inganni, non è soltanto una curiosa opportunità per divertirsi a vedere il valore del proprio blog o di quelli altrui. Il risultato, infatti, è reso in base ad alcuni precisi parametri: Alexa Rank, Page Rank, backlinks dai motori di ricerca.

Vi troviamo aggregati una serie di importanti dati riguardanti un sito web. Non solo, Website Value Calculator informa anche su quanto si può realizzare con Text Link Ads, Chitika, Azoogle Ads.

Il servizio offre anche un widget da inserire per esempio nella sidebar.

Questo blog è stato valutato intorno ai 7.000$ (circa 5.000€). Siccome la compravendita di siti web comincia ad essere una pratica diffusa, informo che maestroalberto non è in vendita!


DivShare in vendita, brutta notizia per gli utenti



Leggo su TechCrunch che il servizio di file hosting DivShare è in vendita e ciò è stato comunicato in modo alquanto assurdo inserendo il messaggio in un forum.

Alcune considerazioni. Cosa ne sarà dei file degli utenti (me compreso) caricati in remoto? Ammesso che trovino un acquirente, saranno cancellati gli accounts e i dati esistenti?

Lo stesso pericolo è sempre in agguato per tutti i servizi di file sharing e file hosting online, anche per quelli più famosi, Flickr e YouTube inclusi.

DivShare ha 200.000 utenti registrati e milioni di accessi mensili. Moltissimi blogger usano il servizio come uploader per il proprio sito web.

Chi ha caricato dati importanti, se ha un minimo di buon senso, sicuramente avrà un backup sul proprio computer (se non lo ha fatto si precipiti).

Il problema serio rimane per i siti web e i blog che usano DivShare per inserire contenuti nelle proprie pagine (soprattutto immagini) tramite codice embed e per chi lo usa come mirror per rendere file disponibili al download.

Io, puntando molto in un servizio che mi sembrava e che continua ad essere ottimo, purtroppo rientro in tutte e due le casistiche. Ho caricato ad oggi 486 file in 217.58 mb. La stragrande maggioranza sono immagini che uso per i post di questo blog.

Se DivShare dovesse chiudere o per qualche motivo gli account e i file saranno cancellati, i miei blog diventeranno all’improvviso una specie di colabrodo…

Il fatto di essere in buona compagnia certo non mi solleva e spero che gli eventi prendano una piega positiva. Per ora nel blog ufficiale non ci sono informazioni a riguardo

C’è comunque davvero molto su cui riflettere.


PageRank, ossia lo strumento di dissuasione di Google



In questi giorni nella blogosfera non si fa altro che parlare di PageRank e di penalizzazioni a causa della vendita di link. La mia lo già detta a suo tempo nel Manifesto per l’abolizione del PageRank e non ho certo cambiato idea: la classifica che esso genera è del tutto adulterata.

A titolo esplicativo, riporto due interessanti punti di vista a riguardo, quello “belligerante” del buon Napolux e quello tecnico di Robin Good, entrambi illustri vittime di Google. Mi preme tuttavia lasciare una considerazione personale.

Il padrone della rete, Google, si limita ad eseguire alla lettera la politica di qualsiasi impresa commerciale, vuole mettere alla corda i concorrenti con tutti i mezzi a sua disposizione. Evidentemente sta usando il PR come mezzo di dissuasione.

Se nel tuo blog vendi link di testo di Text Link Ads o simili, automaticamente Google ti abbassa il PR: il PR è un indice di Google, non di internet.

Non capisco quindi chi si inalbera, Google è un gigante ma non è l’autorità assoluta di internet, come non lo è Microsoft per il mercato del software. Chi pensa di battersi contro per una rete migliore e più giusta conduce la battaglia di Don Chisciotte.

Pertanto le ovvie possibilità di scelta sono due:

  1. mi interessa il PR, allora faccio di tutto per sottostare alla policy di Google;
  2. me ne infischio del PR e continuo a vendere link di testo.

La confusione si genera quando si mescola il PageRank alle classifiche della blogosfera. Queste non saranno mai e poi mai perfette e si può discutere se includere l’indice di Google come autorevole sistema di valutazione oppure no.

Una brutta gatta da pelare per i SEO professionisti…

Intanto l’attesa attualizzazione generalizzata del PR deve essersi completata e stamattina ho scoperto che questo blog è passato da PR4 a PR5.

Un paio di link per calcolare il PR: Live PR e Google Pagerank Calculator.


Manifesto per l’abolizione del PageRank



Il PageRank di Google non viene aggiornato dallo scorso aprile. Di solito è attualizzato ogni tre mesi e quindi c’è un grande ritardo.

Forse Google ha deciso di eliminare il Page Rank? Magari!

Penso infatti che molti blogger e webmaster sarebbero a favore della sua abolizione, poiché ormai la classifica che esso genera è del tutto adulterata e visto che lo stesso Google ha contribuito nell’irrefrenabile opera di degrado del suo famoso indice di popolarità.

Se originariamente il PageRank intendeva valorizzare un sito internet in base a i link ricevuti, ora, a causa della deprecabile pratica dello scambio di link per interessi commerciali, la sua efficacia è fasulla, non corrisponde alla realtà.

Non mi riferisco tanto allo scambio di link tra blogger che hanno interessi comuni più o meno vaghi (anche se qualcuno mostra di esagerare), quanto alle opinabili strategie che spingono al mercantaggio dello scambio di link o, addirittura, alla compravendita.

Tutto ciò ha prodotto in Rete un panorama adulterato e confuso. Google in passato ha provato a limitare questa pratica generalizzata, in modo anche traumatico cancellando l’indicizzazione di alcuni siti web.

Il Page Rank è stato per Google la classica zappata nei piedi, l’ingresso in un vicolo cieco.

Spero che il ritardo del suo aggiornamento sia dovuto alla decisione di eliminarlo o perlomeno alla volontà di di trovare una strategia più pulita e trasparente per valutare il “rango” di una pagina web.

Una delle figure responsabili di Google, Matt Cutts, non lascia ben sperare parlando soltanto di un ritardo.

Questo blog, nel momento in cui scrivo, è l’unico dei primi cento nella classifica di BlogBabel con PR 4. Non che m’interessi particolarmente scalare posizioni, ma, in considerazione del valore assegnato a questo indice, penso sia un mezzo miracolo.

Se il Page Rank continuerà ad essere usato da Google così come è strutturato continuerà a proliferare anche l’usanza dello scambio e della compravendita di link: è un fatto fisiologico e naturale.


Grafico della velocità media della banda larga per paese



Sopra la velocità media di connessione in 30 paesi e sotto il costo mensile in dollari espressi in Megabit al secondo.



Italia senza infamia e senza lode. In Europa vanno alla grande i paesi scandinavi. Vorrei connettermi in Giappone o in Corea e lungi da me la Turchia.


Via | worldpoliticsreview

Google contro Master New Media: la retenovela è finalmente finita

Il caso Robin Good (Master New Media) penalizzato da Google che si è trovato all’improvviso a gestire un calo di visite dell’ 70%, ha raggiunto finalmente il suo felice epilogo.

Il buon Robin invita gli editori indipendenti come lui a farsi sentire presso Google affinché non accadano casi come il suo, ma non fornisce ancora il motivo preciso o l’errore che ha causato la sua penalizzazione, aspetto che realmente interessa chi a seguito questa storia intricata.

Lancia tuttavia un invito a riflettere sicuramente da condividere:

“(pull)il fatto E’ che GOOGLE PUO’ penalizzare arbitrariamente siti web senza la necessità di fornire spiegazioni trasparenti sul perché dell’accaduto(/pull). Se notificasse apertamente ai siti web cosa c’è che non va, non avrei nulla da obiettare contro tali penalizzazioni, dato che i siti colpevoli avrebbero l’opportunità e il tempo di correggere laddove hanno sbagliato.”

Come ho già detto, la vicenda è una buona occasione per SEO, SEN e consulenti di marketing per apprendere qualcosa in più, ma anche per il blogger che vuole imparare alcune tecniche per posizionare il suo sito nelle ricerche dei motori.

Probabilmente ci saranno ancora altre puntate della “retenovela”, se siete interessati seguitele su Master New Media e in bocca al lupo a Robin Good e alla sua cricca di collaboratori.

Ricordo i miei post precedenti e un interessate articolo di Camisani Calzolari a riguardo e sulla “questione digitale” in generale:

Riferimenti:



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