Archivio per Aprile, 2007

Il Ministrero dell’Istruzione considera Internet come una droga

Leggo su Punto Informatico questa sconcertante notizia: La scuola tratta Internet come una droga. La riporto integralmente sotto:

Roma – È una novità di questi giorni la pubblicazione del piano triennale per il “benessere dello studente” del quale sono state pubblicate le linee guida dal ministero dell’Istruzione. Linee guida che possono lasciare a bocca aperta chi le legge.

Scrive Alessandro a Punto Informatico: “ho ascoltato questa mattina alla radio il Ministro Fioroni e sono rimasto allibito”. Il motivo? È presto detto. Nel documento si fa esplicito riferimento al piano nazionale del ministero della Salute Guadagnare Salute: rendere facili le scelte salutari per il quale “sono in fase di realizzazione le seguenti attività”:

Presentazione delle linee guida nazionali congiunte rivolte agli operatori della scuola e della salute per prevenire l’obesità e i disturbi dell’alimentazione (anoressia e bulimia) e prevenire i fenomeni di dipendenza (droghe, alcool, tabacco, farmaci, doping, internet).

“Ora ho capito finalmente – sottolinea Alessandro – come mai è stata staccata la rete internet delle scuole (vedi articolo su Punto Informatico). Sono allibito da questa retromarcia sulla tecnologia (assimilandola alla droga !!!!!) che le scuole stanno compiendo”.

Difficile dire se sia una retromarcia, di certo gli annunci su Internet che arrivano dal ministero dell’Istruzione in questi mesi hanno sorpreso molti. Ma forse una logica c’è. Magari qualcuno la scoprirà.

Paolo De Andreis

Rimango stupefatto e sconcertato. Dopo le circolari che invitano i professori a trasformarsi in carabinieri e a sequestrare costosi telefonini (neanche le stesse forze dell’ordine hanno tale potere) stabilendo essi stessi i criteri per farlo, dopo aver demonizzato YouTube e Google Video nella giusta crociata contro il bullismo, scagliandosi contro il mezzo e non contro il malcostume di quanti lo adoperano, dopo la figuraccia rimediata dal Ministro quando il suo sito personale, lasciato in mano ad improvvisati amministratori, fu tempestato da pornografia, ci mancava pure questa…

Come ho già avuto modo di dire in queste pagine, da insegnante sono proprio stufo di sentire continuamente notizie sul bullismo, spesso stravolte e strumentalizzate dai media.

Si demonizza il mezzo (il cellulare, internet), le colpe ricadono sulla scuola, come se fosse l’unica istituzione a cui demandare l’educazione dei nostri figli. Troppo comodo e poco costruttivo.

Dopo aver invocato misure restrittive “alla cinese” riguardo la politica per internet per poi fare una parziale retromarcia, arriva quest’ultima perla: internet come una droga.

Da appasionato, insegnante, operatore che ogni giorno si dedica con passione a trasmettere un messaggio positivo e possibilmente educativo riguardo le nuove tecnologie, mi sento colpito nel mio mondo, colpito ed affondato.

L’improvvisazione e l’estemporaneità di certi giudizi denota la totale ignoranza di gran parte dei nostri politici riguardo l’uso della Rete.

E’ triste constatre che mentre Eurostat diffonde dati secondo cui l’Italia è un Paese arretrato nell’uso di Internet e sulla conoscenza del computer da parte dei giovani della fascia di età tra 16 e 24 anni, mentre si sottraggono continuamente fondi alla scuole le quali non possono investire in infrastrutture tecnologiche e i cui laboratori d’informativa, spesso del tutto assenti, versano in condizioni di totale obsolescenza, l’unica iniziativa per tutelare il “benessere dello studente” sia quella di dirci che Internet è soltanto una forma di dipendeza assimilabile alla droga.

Mi piacerebbe sapere invece, cosa pensa di inventarsi il Ministro (quando smetterà di circondarsi di cattivi ed improvvisati consiglieri) per portare la scuola italiana almeno al livello della media europea nell’uso delle tecnologie dell’informazione?

Posso di certo sbagliarmi e chiedo scusa per lo sfogo.


Stardoll: che bambole!



Devo ammettere che quando Stardoll si è presentato al pubblico, l’ho un po’ snobbato, pensando che fosse un servizio troppo faceto e poco utile.

In meno di un anno Stardoll ha raggiunto un successo strepitoso: quasi 7 milioni di utenti e ogni giorno mezzo milione di adolescenti dai 7 i 17 anni accedono alla comunità.

In Stardoll ragazzini e soprattutto ragazzine costruiscono, animano e fanno agire un loro avatar, un sosia sotto forma di bambola. Adulti, genitori ed insegnanti, vigilano (o dovrebbero) su tali attività.

E’ un colorato e divertente mondo immaginario, alternativo e virtuale, dove si può fare shopping, vestirsi alla moda, concorrere con le altre ragazze per diventare cover girl, inserire le sosia in scenari diversi, interagire con ospiti, amici ed amiche.

Un po’ The Sims, un po’ Barbie, bambini ed adolescenti possono dare libero sfogo alla loro fantasia, costruendosi un alter ego virtuale.

Ricchissimo il campionario delle celebrità rappresentate in Stardoll, anch’esse virtuali, con le quali possono essere fatte gran parte delle stesse cose che si fanno con il proprio avatar, in una totale forma d’identificazione ludica e coinvolgente.

I personaggi creati, alter ego personali e famosi, possono essere salvati in un album, stampati, condivisi con un’amica.

Se pensiamo al successo fenomenale di Second Life, al gusto che anche gli adulti hanno di vivere un’altra identità, realizzando attività diverse da quelle del mondo fisico e che spesso nella realtà rimangono solo un frustrante sogno irrealizzabile, si può facilmente capire l’approccio adolescenziale a Stardoll.

Del resto anche Second Life ha una sua area under 18 e promuove proficuamente il suo aspetto educativo, legato all’apprendimento a distanza, al lavoro di gruppo via internet, alla simulazione di attività autentiche, allo studio dei nuovi media e alla formazione aziendale.

Con un clic si ha la possibilità di intrecciare la vita di tutti i giorni con una vita parallela, in una parola di si può “giocare” e vivere un’esperienza a cui nessun bambino o adolescente intende rinunciare (e anche molti adulti… fortunatamente!).

Proprio vero: non esistono più le bambole di una volta…


Convegni sui linguaggi della scuola 2.0



Ricevo da Alberto Pian (e vontieri diffondo) la segnalazione del convegno nazionale di studio per insegnanti sui linguaggi del Web 2.0 (scritture, audio, video, podcasting… ) per la scuola e il mobile learning, dal titolo Il Format Della Lezione.

L’incontro si svolgerà il 18 maggio a Torino e tratterà, con l’ausilio di esperti del settore, delle riflessioni e delle esperienze sul modo di organizzare la lezione, la partecipazione degli allievi, il format per esigenze didattiche diverse con i linguaggi del Web 2.0.

Un’occasione da non perdere per i docenti interessati a costruirsi un orizzonte nuovo per fare scuola attraverso i mezzi del cosiddetto web 2.0.

Colgo l’occasione per segnalare anche l’appuntamento di Gubbio (PG) del 21 e 22 aprile, il Seminario Nazionale di Informazione-Formazione dal titolo Tecnologie Connettive e Didattica Multimediale(locandina in pdf), che vede tra gli altri la partecipazione di Antonio Sofi.

Iniziative meritevoli e al passo con i tempi, spesso giurassici del mondo della scuola. A quando un più informale Barcamp sulla scuola 2.0?


Graphita: effetti speciali alle nostre immagini



Graphita è uno di quegli aggeggi per caricaturizzare immagini alla PikiPimp che mi divertono molto.

Si tratta di un’applicazione online che consente in modo molto semplice di aggiungere divertenti e simpatici addobbi alle foto.

Registrandosi si possono caricare fino a 50 immagini da manipolare aggiungendo effetti speciali, oggetti di vario tipo, nuvolette di testo, etichette e tanto altro per ottenere un gradevolissimo effetto fumettistico, una caricatura, un fotomontaggio.

Il risultato ottenuto può essere salvato e stampato in vari formati (poster, libro, maglietta… ), condiviso in uno dei tanti servizi di image hosting (tra cui Flickr) e inviato per posta elettronica.

Il problema è che ancora qualcosa, riguardo la stampa e la condivisione, non sembra funzionare bene essendo il servizio in fase beta test, fortunatamente le immagini possono essere scaricate in formato jpeg sul nostro computer.

Non ci resta che attendere le le migliorie per vedere Graphita al massimo della sua funzionalità.


esFresh=YouTube+last.fm



esFresh è un interessante progetto spagnolo in Ajax che utilizza last.fm e YouTube per mostrare video musicali e ascoltare musica.

Lo strumento è nella sua fase incipiente, è molto semplice e ancora piuttosto acerbo, ma promette importanti novità come la possibilità di salvare le playlist, ulteriori modi di ricerca (oltre a quella tradizionale e per tags), video raccomandati e stazione radio.


DivShare: il meglio del meglio dell’hosting online



Nel fitto panorama dei servizi di web hosting e storage si staglia alla grande DivShare, come ho avuto già modo più volte di scrivere.

Le continue migliorie che DivShare ha proposto di recente mi “costringono” a parlarne ancora una volta in termini entusiastici.

Oltre alle caratteristiche già note (gratuità, storage illimitato, permanenza online dei files senza scadenza temporale, pagina personale con logo, facilità d’uso, velocità, sicurezza) di recente sono state implementate alcune features ed incluse di nuove.

I files possono essere organizzati in cartelle al volo molto agevolmente, ci sono popups per l’anteprima delle immagini caricate e per gli strumenti di condivisione.

Una novità importante è la possibiltà di creare e accedere a gruppi di interesse e di lavoro per condividere files e media (io ho creato il gruppo degli utenti italiani, se qualcuno vuol seguirmi lo faccia pure).

Un’altra novità, al momento ancora in fase sperimentale, è DivShare Video. Ogni video caricato da un utente (fino a 200 mb) sarà convertito automaticamente in un filmato in Flash, rapido e comodo da visualizzare e da inserire al volo in una pagina web o in un blog.

Non dimentichiamoci del fantastico plugin per WordPress che consente di sostituire l’uploader classico integrato in WP con quello per DivShare, consentendo di risparmiare spazio presso l’hosting provider che ospita un blog e di inserire agevolmente immagini in un post.

Cosa volere di più? Sono sicuro che in futuro DivShare riuscirà a sorprenderci con ulteriori migliorie e mi auguro che possa rimanere gratuito.

Al momento, a mio avviso, DivShare è senza dubbio il miglior servizio di web hosting in rete.

Chi fa uso delle applicazioni web 2.0 non può assolutamente fare a meno di includerlo tra i propri preferiti. Indispensabile.


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